a Chieti 2010
Nel 1624 il 21 ottobre, San Gaetano è
proclamato compatrono della città di Chieti. Nel 1655 c'è la fondazione della
chiesa. Nel 1656 il 20 febbraio, c'è la stipula del contratto per la costruzione
della nuova chiesa. Nel 1700 La chiesa assume l'aspetto attuale. Nel 1709 il 21
settembre l'Arcivescovo Vincenzo Capece consacra la nuova chiesa. Nel 1937 si
effettua il primo restauro della chiesa ad opera della Sopraintendenza
dell'Aquila. Nel 2009, mese di novembre, la chiesa è ancora in fase di restauro.
Ricorrenze e Sacre funzioni:il 7-8 Agosto, si celebra la festività di San
Gaetano. La facciata è spoglia e intonacata. Sul portale privo di cornici, c'è
uno stemma in pietra, con l'arma cittadina, segno del patronato, sulla chiesa.
L'interno è a Croce Greca e sui bracci poggia una piccola cupola semisferica
interamente affrescata. |
Chiesa San Gaetano -
Campanile |
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La Balaustra della cantoria è
in legno marmorizzato. Le Decorazioni sono in stucco di maestranze lombarde del
secolo XVII, con statue allusive ad allegorie cristiane. C'è un busto ligneo di
San Gaetano realizzato a spese dei fedeli per la consacrazione della chiesa. La
Cupola è affrescata da Giuseppe Lamperti da Ferrara e celebra la gloria di San
Gaetano. Sul cornicione vari stemmi, relativi alle famiglie committenti dei
baroni Frigerj e Durini e del Comune di Chieti. La Cappella dedicata a San
Gennaro e San Giustino fu eretta a spese della famiglia Frigerj, con una pala
firmata e datata "Giuseppe Lamberti di Ferrara, 1703". Ai piedi di San Gennaro
si ammira un interessante panorama di Napoli. Sull'Altare Maggiore c'è una pala
seicentesca raffigurante San Gaetano ai piedi della Vergine, di autore ignoto,
che presenta una veduta, nella quale gli storici locali identificano Chieti, ma
che più verosimilmente deve interpretarsi come il panorama di Venezia, città
natale del santo. La Cappella dedicata a San Girolamo, incompleta nella
decorazione scultorea, è ornata da una tela che ritrae il santo, sempre del
Lamberti, come testimonia lo stemma sovrastante, un tempo era di patronato della
famiglia Durini. Nelle Adiacenze della chiesa si nota un Palazzo seicentesco,
anch'esso in restauro, della famiglia Fanti, i cui membri per tradizione furono
anche i procuratori della chiesa. San Gaetano, nacque a Vicenza da nobile
famiglia nel 1480, si laureò a Padova in materie giuridiche a soli ventiquattro
anni, per poi consacrarsi interamente a Dio. Rifiutò però l’ordinazione
sacerdotale, ritenendosene indegno. Si trasferì a Roma nel 1506 e divenne
segretario particolare di papa Giulio II (1503-1513), senza mai lasciarsi
abbagliare dai fasti della corte pontificia. Comprese in quegli anni come la
Chiesa dovesse essere riformata dal suo interno e, nonostante il lavoro di
curia, si impegnò nella quotidiana assistenza agli ammalati. All’età di
trentasei anni accettò di essere ordinato sacerdote e, ritornato nel Veneto, nel
1520 fondò alla Giudecca di Venezia l’ospedale degli Incurabili. Fece ritorno a
Roma nel 1523 e, insieme con Bonifacio Colli, Paolo Consiglieri e Giampiero
Carafa (poi papa Paolo IV), fondò la congregazione dei Chierici Regolari.
Sarebbero stati presto conosciuti come Teatini, dall’antico nome di Chieti (Teate),
di cui il Carafa era vescovo. Dopo alterne vicende, tra cui le sevizie subite
durante il sacco di Roma del 1527, Gaetano continuò la sua missione a Napoli fra
i poveri e i sofferenti. Sarebbe morto nella stessa città il 7 agosto 1547, a
sessantasei anni di età. Le costituzioni teatine sarebbero state emanate solo
nel 1604, confermando come i chierici non debbano possedere nulla e non possano
chiedere l’elemosina, dovendosi accontentare soltanto di ciò che la Provvidenza
manda a chi si fida di Dio. È dunque il tema della Provvidenza, tipico della
spiritualità teatina, a canalizzare la devozione salentina verso questo Santo.
Viene facile insinuare come oggi tale culto sia stato messo da parte perché, in
fondo in fondo e nonostante la crisi, della Provvidenza non se ne infischia più
nessuno. Checché se ne dica, siamo nell’era del benessere! La memoria popolare
conserva un distico dialettale, semplice e simpaticissimo, che raccoglie la
preghiera rivolta a san Gaetano dalla gente di Terra d’Otranto. La lapidaria
invocazione è un vero concentrato di cristiano cinismo e la dice lunga su come i
nostri padri unissero la fede alla vita, con un tocco di impertinenza e un
pizzico di sarcasmo: «San Gaetano, provvedi a
coloro che già sono nel benessere, perché chi è povero ormai ci è abituato!
». Insomma, alla smisurata fiducia verso l’infinita bontà dell’Altissimo si
univa la serena rassegnazione agli eventi dell’esistere e l’aggrapparsi alle
poche sicurezze della vita. Non disdegnando di scherzare con i fanti e con i
santi. Tipico humour salentino!
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