Enio Home Page


EREMI D'ABRUZZO


LORETO APRUTINO

 

REGIONE ABRUZZO

 

ROCCA SCALEGNA

 

ENTROTERRA CHIETINO

 

MADONNA DEL CARMINE

 

SETTIMANA MOZARTIANA

 

ANTICHE VEDUTE

 

VECCHI TRANVAI

 

STABILIMENTO CALVI

 

INDICE RIFERIMENTO

 

TEATRO ROMANO

 

LE FORNACI

 

VILLA COMUNALE

 

SS. TRINITA'

 

EX VOTO

 

Chieti - Edifici Storici Particolariright

a Chieti 2010

 

 

  Chieti -Alcuni Vecchi edifici Storici 

 

Come detto a Chieti si assistette a un vero cambio di indirizzo architettonico solo dopo il primo decennio dell'era fascista. Sin dai primi anni Trenta si guarda più alle conquiste dell’architettura razionalistica italiana che aveva portato una semplificazione totale delle tipologie e a un rifiuto di tutti quegli apparati decorativi classici, riproposti spesso in maniera distorta. Grande attenzione venne dedicata all'edificio dell’Opera Nazionale Dopolavoro emblema della poetica razionalista dominante. Questo manufatto è dimostrazione, quanto più esemplare, di come in quegli anni l’architettura fosse intesa come celebrazione di un regime politico. Le nuove organizzazioni a carattere assistenziale offrono ai progettisti di sperimentare nuove tipologie; sono dunque importanti occasioni progettuali. Anche in questo caso il Florio dirigeva l’opera progettata da Camillo Guerra, come attestato da un certificato dell'Opera Dopolavoro presentata al Comune di Chieti. La Casa del Dopolavoro era intitolata al fratello del Duce,Arnaldo Mussolini, fervido sostenitore dell’organizzazione che si prefiggeva di sviluppare le capacità morali, fisiche e intellettuali del lavoratore mediante apposite iniziative. Il Presidente del consiglio si era già espresso sul!'intitolazione dei monumenti del regime e a tal riguardo dichiarò di non gradire che le manifestazioni di adesione al suo Governo assumessero “un significato troppo personale nei suoi confronti” per questo motivo ci fu l'immediato divieto di "intitolare piazze, istituti al nome di S. E. Mussolini, L’OND, nata col regio decreto n°582/596 del primo marcio 1925, era presieduta dal Partito Nazionale Fascista ed alle dirette dipendenze del Duce; sebbene lo stesso Arnaldo Mussolini sostenesse bisognava accostarci ai lavoratori con intelletto ed amore. L’organizzazione risultò in sostanza un motto per far aderire le masse al Partito controllando indirettamente la popolazione. L’edificio realizzato a Chieti consta di tre piani fuori terra, sormontati da un ampio terrazzo progettato per spettacoli all'aperto nella stagione estiva ai quali potevano assistere 800 persone. Solo dopo successive perizie e collaudi fatti anche di recente in occasione dei lavori di restauro del grande complesso ci si è accorti che il solaio non era stato calcolato per sopportare un sovraccarico così elevato. Il pianterreno era adibito a cinema-teatro con una capienza complessiva di 400 posti a sedere, mentre al primo piano erano ubicate sale da gioco,

 

 

 

Ex ENAL - Palazzo del Dopolavoro

 

la sala di scherma e in fondo la grande palestra coperta utilizzata fino al 1995: l'accesso a questo livello avveniva da piazza Trento e Trieste, con una grandiosa scalea in marmo che poi continua in due rampe laterali che danno accesso alle scale elicoidali, sviluppate attorno a due colossali piloni, al tempo raffiguranti due enormi fasci littori. Questi elementi simboli del fascismo, sembrano cessare la loro funzione di simbolo per tornare ad essere quello che erano  in origine: "verghe e scuri che venivano a frustare i malvagi et a mozzare la loro testa matta”. Il tema delle scale elicoidali attorno al pilone-fascio littorio sembra essere qui realizzato per la prima volta: l'unica similitudine si trova in una prospettiva di studio per una palazzina in cemento armato disegnata da Guido Fiorini nel libro "Visioni architettoniche", del 1929. L'edificio ha pianta rettangolare disposta lungo l'asse nord-sud, con la dimensione trasversale maggiore di quattro volte rispetto a quella longitudinale. L'accesso ai locali del primo piano poteva avvenire anche dal viale IV Novembre. Al secondo piano erano ubicate, la biblioteca, le sale da gioco, le sale da lettura e da scrittura. L'edificio ha radicalmente modificato l’assetto del sito e la sua percezione, specie se si esamina una foto scattata prima della costruzione, quando l'area era occupata dal piccolo edificio dei bagni pubblici, meglio intonato con l'ottocentesco palazzo Leonelli e la vicina villa Nolli, ora Seminario Regionale. L'opera è stata inaugurata il 24 ottobre 1934, come testimonia un articolo de "Il Nuovo Abruzzo" dello stesso giorno, il quale fornisce un'ulteriore conferma delle mansioni direttive dell'ingegner Florio: "la direzione dei lavori è mantenuta con alta consapevolezza e gratuitamente, dal camerata Giuseppe Florio", che fu anche incaricato, nel 1935, di progettare e dirigere i lavori di sistemazione del piazzale antistante l'opera, per un importo di lire 23.201. Un progetto che mette in evidenza le capacità dell'ing. Florio nel saper affrontare temi diversi è quello della Caserma della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, sorta in via Madonna degli Angeli nell'area oggi occupata dalla Legione dei Carabinieri, come testimoniato da una lettera della Società Anonima Cooperativa "Pro-Chieti" al Podestà di Chieti, nella quale la Società, oltre a richiedere al Comune la cessione di un terreno per la costruzione di un edificio a carattere popolare, elogia la stessa Amministrazione per l'ultimazione della strada Colonnetta e per le opere realizzate sul quel tratto dì strada. Anche nella relazione al Piano Regolatore di Chieti Scalo di Concezio Petrucci, si fa cenno alla Caserma quando si analizzano le attuali condizioni

 


della zona interessata dal Piano:  "
[…] Presso il piazzale della stazione e lungo alcuni tratti della via Tiburtina Valeria e della Colonnetta, esistono piccole industrie e modestissime case di abitazione. Ma, recentemente, importanti fabbriche sono state impiantate lungo la via Colonnetta come quelle dell'A.T.I., il Consorzio Agrario, un Oleifìcio, una Caserma ed alcune costruzioni per civili abitazioni [...] ",

Lo stesso periodico del Partito Nazionale fascista della Provincia di Chieti, "Il Nuovo Abruzzo", che puntualmente celebrava le realizzazioni del regime fascista, dedica un articolo alla costruzione della Caserma della Milizia:
"
[…] Là costruzione di una degna Caserma è un fatto ormai concluso. Sono stati assegnati in appalto i lavori e tutto si avvia per la traduzione in opera di un edificio che sarà il riconosci mento più tangibile dell'importanza che la Milizia ha raggiunto in una Provincia come la nostra[…] "

La Milizia Volontaria era una organizzazione militare creata dal regime fascista e legalmente riconosciuta il 14 gennaio 1923, che nel 1939 contava oltre 700.000 uomini, impiegati come unità combattenti nelle varie guerre intraprese dal regime. La costruzione iniziò proprio in quegli anni, subito dopo l'approvazione dello schema di convenzione formulato nel 1937 tra l’Opera di Previdenza della Milizia, l’Amministrazione Provinciale singolarmente scanditi da semplici aperture rettangolari. Al centro della facciata principale appaiono le immancabili coppie di fasci littori in rilievo. Tardi esempi della complessa quanto variegata produzione

 

 

 

architettonica del ventennio fascista sono il Villaggio dello Studente e la Biblioteca Provinciale "A.C. De Meis", progettate ambedue dall'ingegner Giuseppe Barra Caracciolo, molto conosciuto e stimato in città. La costruzione della Biblioteca "A. C. De Meis" iniziò nei primi anni '40 e fu completata solo dopo la guerra, sulla base delle indicazioni progettuali fornite dallo stesso ingegnere. Erano ormai gli anni del declino del regime fascista e anche in campo architettonico si avverte una diminuzione del consenso da parte del cittadino fruitore. L'edificio tarda ad essere costruito a causa di alcuni rinvenimenti archeologici a ridosso del sito previsto per l'ubicazione dell'opera, tanto che resti di strutture romane, inglobate nei piani interrati dell'edificio, sono tuttora visibili. La biblioteca consta di due parti distinte e perfettamente armonizzate: il corpo principale a tre livelli, marcato da un ingresso curvilineo delineato dalla balconata del primo piano sorretta da pilastri rettangolari in pietra, e la torre libraria, emergenza nello skyline urbano. La torre, "segno" fascista di elevato valore simbolico, è ben proporzionata e assomigliante anche ad altre torri del periodo, costruite o progettate in varie città italiane: esempi importanti sono la Torre libraria, emergenza nello skyline urbano. La torre, "segno" fascista di elevato valore simbolico, è ben proporzionata e assomigliante anche ad altre torri del periodo, costruite o progettate in varie città italiane: esempi importanti sono la Torre centrale del palazzo del Municipio a Latina, prima Littoria, realizzata nel 1932 dall'architetto Oriolo Frezzotti, la somigliante Torre della Rivoluzione Fascista nella piazza della Vittoria a Brescia, realizzata anch'essa nel 1932 da Marcello Piacentini o la Torre Littoria a Sabaudia, realizzata nel 1933 da Gino Cancellotti, Eugenio Montuori, Luigi Piccinato e Alfredo Scalpelli.Di perfetto stampo razionalista essa mostra nella parte basamentale un rivestimento in pietra, da cui fuoriescono frammenti e resti di strutture murarie romane. La parte svettante è semplice, intonacata di colore rosso, illuminata da una vetrata sul prospetto est interposta fra le cinque grandi fasce verticali in pietra che partono dalla base stessa, che evocano ancora una volta i fasci littori, simboli inconfondibili che si fanno architettura nelle opere più importanti del periodo. Anche se non è una Torre civica così come lo sono invece gli
 

 

Palazzo dello studente

esempi su citati, ha tutte le caratteristiche per esserlo: l'elemento Torre era ormai divenuto simbolo della realtà civica cittadina, quasi come fosse una fattispecie di Torre dell'arengario, segno Inconfondibile di città "toccate" dal fascismo. Concludiamo accennando alle vicende che hanno portato alla costruzione del complesso destinato ad accogliere gli studenti con una degna sede formata da sale da studio, biblioteca e campi da gioco, secondo quanto testimoniato da diverse delibere podestarili. Il progetto, redatto gratuitamente dall'ingegner Giuseppe Barra Caracciolo in data 10 dicembre 1935 prevedeva una spesa di circa lire 400.000. La costruzione venne realizzata con grande celerità, come può dedursi da una deliberazione podestarile del maggio 1938 che approva la donazione dell'opera, "composta da cinque , alla Federazione dei fasci di Combattimento. Il Villaggio dello Studente, ubicato tra viale IL 

Novembre e via della Liberazione, a fianco del palazzo D'Lettore, è composto da cinque corpi a due piani con terrazze praticabili, collegate con la zona pedonale della villa comunale, situata alla stessa quota. L'alternanza di paramenti di intonaco rosso e pietra bianca, sebbene equilibrata nell'insieme, contrasta non poco con il resto dell'edificato circostante, caratterizzato da eleganti palazzi ottocenteschi. In definitiva l'opera appare di chiaro stampo razionalista, e dimostra ancor di più l'affrancamento dall'architettura che aveva caratterizzato gli anni del regime: un'architettura sempre oscillante tra proposizioni di stili passati (palazzo della Camera di Commercio o Casa del , eccessi di eclettismo (palazzine De Cesare o asilo d'infanzia "Principessa di ) e pacato razionalismo, che poteva a seconda dei casi essere sobrio e pacato (TI o Biblioteca "A. C. De Mais") o altre volte rivoluzionario, progressista e innovativo (OND) 

Torre della Biblioteca De Meis

 

 

        Enio   Home   Page  INDICE DI RIFERIMENTO

 
  

  Return to Top    

@nonnoEnio